
Alluvioni, terremoti, frane ed esondazioni non sono più eventi eccezionali: il cambiamento climatico li rende sempre più frequenti e impattanti. Per le aziende italiane, questo non è solo un tema di cronaca, ma una variabile concreta che può minacciare continuità produttiva, patrimonio e occupazione.
Il legislatore ha preso atto di questa realtà: con la Legge di Bilancio 2024 e i successivi decreti attuativi, è stato introdotto l’obbligo per tutte le imprese di dotarsi di una polizza assicurativa contro i rischi catastrofali. La misura riguarda fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature utilizzati per l’attività, anche se in affitto o leasing.
Il D.L. 39/2025 ha definito un calendario di adeguamento differenziato:
- Grandi imprese entro marzo 2025 (con tolleranza di 90 giorni),
- Medie imprese entro ottobre 2025,
- Piccole imprese entro dicembre 2025.
Non si tratta di un semplice adempimento: il mancato rispetto può influenzare anche l’accesso a contributi e incentivi pubblici. In questo senso, l’assicurazione diventa parte integrante della strategia di resilienza aziendale.
Oltre l’obbligo: il ruolo del risk management
Per un responsabile HSE, la questione non è solo stipulare una polizza: è ripensare l’approccio al risk management climatico, considerando gli impatti trasversali che eventi estremi possono avere su filiere, sicurezza dei lavoratori, continuità dei servizi e reputazione aziendale. Integrare misure di prevenzione, piani di emergenza e coperture assicurative significa costruire un sistema di protezione multilivello, capace di rispondere a scenari sempre più complessi.
La logica prevenzionistica e di preparazione agli scenari plausibili impone alle imprese di passare da una logica reattiva a una visione proattiva della gestione di questi rischi definendo degli scenari di risposta e, come previsto dal legislatore, di dotarsi strumenti assicurativi adeguati.
CONTEC AQS affianca le imprese nella valutazione critica dei processi e nella definizione degli scenari di rischio plausibili,