Una delle più grandi sfide del nostro secolo è certamente quella di attenuare gli effetti negativi dati dal traffico veicolare pur mantenendo le caratteristiche positive della mobilità. L’impatto ambientale del settore dei trasporti gioca un ruolo di primo piano nella diffusione di alcuni gas climalteranti, soprattutto nelle zone urbane. Le norme Euro per gli autoveicoli, hanno sì migliorato la qualità dell’aria, ma le emissioni restano ancora alte.
La mobilità rappresenta un tema estremamente attuale nelle politiche comunitarie per la sostenibilità urbana e, quindi, risulta necessario creare soluzioni di trasporto sostenibile.
È in quest’ottica che, in Italia, è stata introdotta la figura del Responsabile della mobilità aziendale “Mobility Manager”, con il decreto del Ministero dell’Ambiente del 27 marzo 1998.
L’urgenza di politiche di mobilità sostenibile innescate dalla pandemia da Sars-Cov-2 ha portato all’emanazione del decreto Rilancio del 19 maggio 2020, n.34, convertito dalla legge 17 luglio 2020, n.77 portando così la soglia per la nomina del Mobility manager a 100 dipendenti per imprese/P.A. localizzate in Capoluogo di Regione, Città metropolitana, Capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti.
Esistono due tipologie di Mobility Manager:
- Mobility Manager Aziendale, figura specializzata nel governo della domanda di mobilità e nella promozione della mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti;
- Mobility Manager d’Area, figura specializzata nel supporto al Comune territorialmente competente e nello svolgimento di attività di raccordo tra i Mobility manager aziendali.
Il Mobility Manager può essere nominato tra i soggetti in possesso di un’elevata e riconosciuta competenza professionale e/o comprovata esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti e della tutela ambientale.
Alla sua figura viene affidata la pianificazione e progettazione di un PSCL (Piano per gli Spostamenti Casa-Lavoro dei dipendenti dell’azienda dove opera), da consegnare entro il 31 dicembre di ogni anno e inviare al comune di pertinenza entro 15 giorni dall’adozione dello stesso. Il PSCL è uno strumento volto a sviluppare e implementare soluzioni di mobilità alternative all’uso individuale del veicolo a motore privato in favore di una mobilità sostenibile, a ridotto impatto ambientale. Il Ministero della transizione ecologica, in accordo con il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, ha redatto e pubblicato le “Linee guida per la redazione e implementazione dei PSCL”.
La mobilità sostenibile è intesa come la combinazione di tre elementi: innovazione, tecnologia e comportamenti del singolo. Individuare ed offrire al cittadino una gamma di alternative ecologiche in grado di ridurre le esternalità negative, legate agli spostamenti, mutando anche consuetudini radicate che impattano fortemente sulla salute ambientale, è la chiave di successo del Mobility Manager.
Ma quali sono i possibili interventi di mobilità sostenibile che possono essere attuati?
- Trasporto pubblico locale: implementazioni di nuove linee o fermate presso la sede dell’impresa, convenzioni con le aziende di TPL per favori abbonamenti agevolati ai dipendenti, creazione di corsie preferenziali ai mezzi pubblici.
- Promozione del car-pooling: una modalità di spostamento che consente a più dipendenti/utenti di condividere un’auto privata per compiere il tragitto casa-lavoro così da risparmiare sui costi e sui tempi. Questo può essere promosso dall’uso di una piattaforma virtuale aziendale che gestisce le esigenze dei gruppi che ne usufruiscono, o attraverso applicazioni dove inserire percorso e disponibilità del mezzo.
- Favorire la mobilità ciclabile e la micromobilità, laddove l’analisi del territorio lo consenta. Aumentare il numero di stalli custoditi per bici, o di stazioni di ricarica per bici e monopattini elettrici; mettere a disposizioni bici aziendali.
- Sharing Mobility: servizi di carsharing, bikesharing, scootersharing e condivisione a noleggio della micromobilità elettrica, possono essere soluzioni alternative in quelle zone territoriali dove l’implementazione del TPL non può esser garantita.
- Uso di mezzi di spostamento collettivi aziendali, come ad esempio le navette/bus. Questo strumento può, senza dubbio, aiutare nella riduzione della congestione del traffico nelle ore di punta. Possono essere riorganizzati anche gli orari di lavoro all’interno della propria impresa, agendo così sui flussi di entrata ed uscita del personale. L’uso di navette può essere affiancato alla creazione di park pricing o di “buoni della mobilità” da destinare ai dipendenti che smettono di usare il proprio veicolo a motore per recarsi in ufficio.
- Interventi interni aziendali: incentivare lo smart working o il coworking (condivisione tra più aziende di ambienti di lavoro).
I benefici provenienti dall’attuazione di questi interventi si riflettono sui dipendenti e sull’azienda ma, soprattutto, sulla collettività. Questa, in particolare, vede ridurre:
- le emissioni inquinanti con una miglioria della qualità dell’aria;
- il blocco del traffico veicolare con diminuzione dell’inquinamento acustico;
- l’incidentalità stradale;
- consumi energetici.
Negli anni sono stati stanziati diversi fondi per la mobilità sostenibile, come quello previsto dal decreto Sostegni bis all’art.51, comma 7 (fondo di 50 milioni per il 2021 in favore delle imprese, P.A. e istituti scolastici che adottano i PSCL entro il 31 agosto). Inoltre, all’art.8 del decreto n.179/2021, viene assegnata una premialità ai Comuni che presentano un PSCL relativo al proprio territorio.
È indispensabile chiarire però che, la figura del Mobility Manager non deve concretizzarsi a fronte di finanziamenti stanziati dai Ministeri, ma in ragione del fatto che sono necessarie azioni che apportino benefici sostenibili, che vanno di pari passo con le emergenti politiche di salvaguardia e tutela ambientale.
È probabile che, nel futuro prossimo, la nomina del Mobility Manager venga anche estesa alle certificazioni quali ISO 14001 ed EMAS o nella CSR, andando a costituire un ruolo chiave nella gestione aziendale sostenibile.
La tua azienda rientra negli obblighi di nomina previsti per questa figura?
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