“Applicare la normativa sulla Sicurezza sul lavoro aggiunge valore alla tua azienda.”
Quando faccio questa affermazione durante i corsi di formazione che tengo quotidianamente molte persone riflettono in silenzio.
Poi pongo alla platea questa domanda: “Siete d’accordo oppure no?”
A quel punto si apre un vero e proprio dibattito. Alcuni sono d’accordo, altri no, alcuni invece pongono dei paletti, e avanti così.
Come nelle docenze che tengo, oggi, voglio farti riflettere parlandoti di “valore” e ti voglio spiegare come la Sicurezza sul Lavoro può, in effetti, aggiungere valore alle aziende.
Fin da quando sono state introdotte le prime norme, la Sicurezza sul Lavoro è stata vista come un “male necessario”, come una burocrazia che ostacolava le aziende nello svolgere la loro attività quotidiana.
Spesso molti consulenti e molti imprenditori pensano (ancora oggi) che una qualsiasi norma di legge cogente ed obbligatoria sia soltanto un balzello dello Stato o dell’Europa per mettere il cosiddetto “bastone fra le ruote” alle PMI.
Volenti o nolenti però, le normative obbligatorie, in qualsiasi ambito aziendale, devono essere applicate per poter operare nel rispetto etico, morale e della legge.
Premesso questo, ti posso garantire che applicando la normativa antinfortunistica i vantaggi economici in termini di aumento del fatturato ed in termini di riduzione dei costi sono davvero numerosi.
Come puoi facilmente intuire, la Sicurezza sul Lavoro ha, di base, un solo grande obbiettivo:
“ridurre gli infortuni e le malattie professionali a carico dei lavoratori e di tutte le persone che possono essere coinvolte nel processo produttivo di un’azienda creando un ambiente di lavoro sano e salubre sia dal punto di vista fisico sia sotto il profilo mentale.”
Ma sei sicuro che sia l’unico grande motivo che spinge le aziende ad applicare la normativa antinfortunistica?
Per quello che è la mia esperienza, si possono identificare 3 grandi motivi che spingono gli imprenditori a fare sicurezza:
– per motivi etici;
– per motivi legali;
– per motivi economici.
A proposito di motivi economici, esistono tutta una serie di costi della “non sicurezza” che studi scientifici nel corso di questi anni hanno dimostrato e che devi assolutamente tenere conto sia che tu sia un imprenditore, sia che tu sia responsabile amministrativo o acquisti, sia che tu sia un socio di una società con funzioni di garanzia.
I costi della “non sicurezza” si possono distinguere in tre grandi gruppi:
– i costi diretti;
– i costi indiretti;
– i costi nascosti.
I costi diretti, individuabili spesso anche alle categorie dei costi visibili e dei costi misurabili, sono quei costi di cui i datori di lavoro sono a conoscenza e che sono facilmente identificabili in quanto strettamente correlati all’evento occorso.
I componenti principali, invece, dei costi indiretti si possono per semplicità metodologica raggruppare in quattro macro-categorie.
– costi legali ed assicurativi;
– costi di indagine ed amministrativi;
– costi legati alla produttività;
– danni per conflittualità e perdita d’immagine.
I costi indiretti possono variare da 2,5 a 4 volte rispetto i costi diretti e a seconda della gravità dell’incidente, infortunio o malattia verificatasi, dall’area aziendale coinvolta o dall’organizzazione aziendale.
Esistono poi tutta un’altra serie di costi che si aggiungono a quelli diretti ed indiretti: i cosiddetti costi nascosti.
I costi nascosti rappresentano quelle voci di spesa che non figurano normalmente nella contabilità aziendale e che, di conseguenza, sono di difficile individuazione e stima.
Uno dei principali costi nascosti è quello relativo al danno subito dall’immagine e dalla reputazione dell’azienda.
Il danno d’immagine ha un duplice impatto: interno ed esterno all’azienda.
La dimensione interna del danno d’immagine concerne i dipendenti dell’azienda nei quali può essere ravvisato un calo di morale e del senso di attaccamento all’azienda, con conseguente perdita di produttività.
La dimensione esterna, ossia verso gli stakeholders (fornitori, clienti, partners, ecc.) e verso gli shareholders (azionisti, proprietà), concerne perdite di immagine e reputazione a causa, ad esempio, di eventuali ritardi o disservizi nella fornitura, con ripercussioni negative anche sull’acquisizione di nuovi clienti, ecc.
Quest’ultima tipologia di danno è indubbiamente di difficile quantificazione, ma non di portata trascurabile se si considera che secondo le stime elaborate dall’OSHA-EU, Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, il rapporto tra costi manifesti e costi nascosti è di 1:11. Pertanto, per la quantificazione dei costi della “non sicurezza” è possibile riferirsi alla metafora dell’iceberg secondo la quale la quota più rilevante dei costi imputabili ad un incidente, infortunio o malattia professionale, legato a scarsa attenzione alla Sicurezza sul Lavoro in azienda, si trova “sommersa” e risulta di difficile interpretazione.
Conclusioni
Torniamo all’affermazione di cui all’inizio di questo articolo:
“Applicare la normativa sulla Sicurezza sul lavoro aggiunge valore alla tua azienda.”
Dopo aver letto questo articolo, hai ancora dei dubbi circa il fatto di essere d’accordo o meno con l’affermazione di cui sopra?
Se il tuo obbiettivo è diventare un’azienda sicura ed eccellente, dove la sicurezza e le persone sono valori imprescindibili, occorre fare qualcosa di diverso. Oggi la sicurezza in azienda passa inevitabilmente da questo nuovo approccio.
Contec AQS Srl è pronta a mettere a vostra disposizione consulenti e professionisti in grado di aiutarti.
Riccardo Gianforme
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