La pandemia da COVID 19 ha forzato il mondo del lavoro verso nuove modalità, quale la modalità di smart working o lavoro agile, ma la normativa non si è ancora evoluta per fornire chiare indicazioni ai Datori di Lavoro su come agire per gestire i rischi dettagliati per la salute e sicurezza di questi nuovi lavoratori.
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, quindi, ha scritto le linee guida per la gestione dei rischi in modalità smart working.
Innanzitutto, il CNI spiega la differenza tra il lavoro agile e telelavoro, differenze che di seguitosi riportano :
- il lavoro agile è caratterizzato dalla flessibilità degli orari di lavoro e nella scelta del luogo di lavoro, possibilità che nel telelavoro non è contemplata;
- nel lavoro agile, l’attività lavorativa è eseguita in parte in azienda e in parte fuori azienda, mentre nel telelavoro solo fuori azienda;
- in entrambi i casi sono forniti strumenti tecnologici per lo svolgimento delle attività;
- nel lavoro agile, l’azienda concede autonomia nell’organizzarsi il lavoro, purché raggiunga gli obiettivi nei tempi stabiliti; mentre nel telelavoro, il lavoratore rimane assoggettato alle direttive del datore di lavoro.
Premesso ciò, il CNI, poi, suggerisce, per la gestione dei rischi, di prevedere una prima fase di raccolta di dati, quali: numero dei lavoratori agili, la tipologia di attività lavorativa svolta, l’estensione geografica dei lavoratori coinvolti (localizzazione delle sedi di lavoro, luogo e distanza delle possibili trasferte presso clienti). Queste informazioni possono essere rilevate attraverso la somministrazione di una checklist interna oppure con il supporto dell’ufficio personale.
La seconda fase è quella dell’effettiva valutazione dei rischi per gli smart worker, tipologia di lavoro che non è prevista nel campo di applicazione nel D.Lgs. 81/08, ma nella Legge n. 81 del 22/05/2017 che cita:
- il datore di lavoro deve fornire ai lavoratori agili, con cadenza almeno annuale, un’informativa sui rischi generali e specifici, con le relative misure di prevenzione, connessi alla loro modalità di lavoro;
- i lavoratori agili devono cooperare per attuare le misure di prevenzione predisposte dal Datore di lavoro.
I possibili rischi specifici da valutare, quindi, saranno: l’ergonomia della postazione di lavoro, il rischio “sindrome da visione al computer”, il rischio elettrico, i rischi legati all’ambiente di lavoro: illuminazione e microclima, il rischio rumore, il rischio incendio e il rischio stress lavoro correlato.
Infine, il CNI, consapevole della difficoltà di verificare la conformità delle abitazioni private, fornisce le seguenti misure di prevenzione pratiche da riportare sull’informativa per i lavoratori:
- il luogo di lavoro deve essere: agibile (escludere garage, sotterranei, soffitte), di dimensioni tali da consentire liberi movimenti, distante da possibili sorgenti di rumore e da possibili interferenze distraenti (es: figli, animali domestici), con finestre aventi “schermi oscuranti” e con illuminazione artificiale, con possibilità di ricambi di aria naturale o in modo forzato (es: impianto di condizionamento, impianto di ventilazione meccanica controllata), con una temperatura invernale di 18-22 °C e una estiva di 7 °C inferiore rispetto l’esterno, con umidità ridotta, con collegamento stabile alla rete internet, con la presenza di servizi igienici e di acqua potabile;
- la postazione di lavoro deve essere:
- posta lontano dalle finestre e in parallelo ad esse, in modo tale che lo schermo del pc non abbia la luce né davanti né dietro;
- costituita da un piano di lavoro con superficie di colore chiaro e opaca (non riflettente), con altezza tra 70-80 cm, con profondità adeguata alla distanza visiva dallo schermo e che dia la possibilità di appoggiare gli avambracci davanti alla tastiera, con struttura stabile e di dimensioni adeguate;
- presente una sedia dotata di meccanismo girevole, con angoli smussati, con schienale regolabile in altezza ed inclinabile;
- presente un computer, con mouse e tastiera, con uno schermo orientabile, inclinabile e con una buona definizione e posto di fronte all’operatore; se si tratta di un pc portatile non deve essere tenuto sulle gambe, si deve regolare lo schermo in modo tale da ottimizzare la luminosità e si devono fare pause più frequenti;
- presente un’eventuale stampante e fotocopiatrice, posizionarla distante da fonti di calore dirette e se dotata di toner, si devono stoccare i ricambi in spazi chiusi dedicati;
- l’impianto elettrico deve essere a norma, con le relative protezioni dalle sovratensioni elettriche, con la messa a terra; ridurre più possibile l’uso di prolunghe, non comporre “alberi di prese”, salvare i file in cloud o in server remoti in modo tale da non perdere dati in caso di black out;
- il rischio incendio è ridotto attraverso la trasmissione delle informazioni per la gestione dell’emergenza, il lavoratore, inoltre, non deve: accumulare le batterie al litio, utilizzare materiale infiammabile né combustibile;
- per ridurre il rischio psicosociale derivante dai confini indistinti tra “pubblico” e “privato”, l’azienda deve mantenere dei momenti comuni periodici di contatto diretto tra colleghi per conservare i rapporti di confronto, prevedere delle fasce orarie di lavoro e quelle di disconnessione; il lavoratore deve adottare le seguenti buone prassi: non condividere filmati e/o foto con informazioni sensibili aziendali, non geolocalizzarsi in luoghi inopportuni, non denigrare pubblicamente la propria azienda, non utilizzare gli strumenti di lavoro per condurre discussioni private.
Nell’attesa che la normativa ci fornisca norme e obblighi più chiari, Contec AQS è una società di consulenza che può fornirvi gli strumenti per supportarvi nella corretta gestione di questa nuova tipologia di lavoratori.