Prevenire la corruzione nella Sanità significa che i modelli organizzativi sviluppati per gestire l’attività e contemperare alle norme di riferimento (autorizzazione all’esercizio e accreditamento istituzionale in primis) devono incorporare le misure per la quotidiana lotta/prevenzione alla corruzione. Il tutto poi passa, come sempre, dalle persone.
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Mestre – 24 Maggio 2017
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La corruzione nella sanità è un reato difficile da definire ed afferrare. E’ perfino difficile immaginare un profilo di potenziale corruttore o corrotto.
Il diritto alla salute è riconosciuto dalla nostra Costituzione.E’ un diritto che ci permette di rappresentarci come una società civile, eticamente equa. I fenomeni che sviliscono tale diritto minano direttamente le basi della nostra società e coinvolgono direttamente ognuno di noi. Quando si parla di anticorruzione in sanità siamo tutti dalla stessa parte e nel tutti comprendo anche corrotti e corruttori; questo non aiuta a prevenire.
La corruzione è un fenomeno che sappiamo esistere dall’evidenza delle sue conseguenze, l’atto in se risulta invisibile e quando accade, avviene distante dal momento e luogo in cui le sue conseguenze si manifestano. Risulta difficile risalire all’arma del delitto e se la si trova non solo non è mai fumante, ma gli effetti nefasti sono già attivi e difficilmente estirpabili senza dispendio di ulteriori risorse. Si pensi che prevenire la corruzione nella sanità tra costi diretti ed indiretti, dice il rapporto Curiamo la corruzione 2017 curato da Transparency international Italia, Censis, Ispe sanità e Rissc, porterebbe risparmi e maggiori risorse a disposizione per quasi 20 miliardi di euro (corruzione ed inefficienza vivono stretti a doppio filo).
Per questi motivi non ha senso combattere la corruzione in modo puntuale, ciò prevede infatti il riuscire sempre a riconoscerla e ciò significa, soprattutto, intervenire solo a posteriori. Vien da se che la corruzione si sconfigge con la prevenzione e prevenire la corruzione in sanità significa, pragmaticamente, dotare il sistema organizzativo delle strutture sanitarie della dovuta trasparenza a favore dell’efficacia ed efficienza del lavoro.
L’identità corruzione = inefficienza diviene anticorruzione = efficienza.
Ciò non è solo possibile ma è l’unica garanzia che il problema nel tempo sia tenuto sotto controllo e questo perché garanti dell’anticorruzione diventano direttamente i beneficiari dell’efficienza del modello organizzativo e del precipitato positivo che l’efficienza ha sul lavoro quotidiano, sui rapporti tra colleghi e con i pazienti. Consideriamo inoltre che maggiore efficienza e trasparenza significa idealmente avvicinare il corrotto agli effetti della corruzione e dotare il nostro sistema di strumenti di misura per valutare inefficienze e, di conseguenza, risalirne alle cause.
Contestualizziamo: il modo sanitario è regolato già da un complesso corpus normativo (es: trattamento dei dati personali, leggi autorizzative, leggi per l’accreditamento istituzionale, sicurezza sul posto di lavoro, responsabilità sanitaria e rischio clinico, responsabilità amministrativa degli enti etc…) che obbliga all’analisi del rischio, all’applicazione di un efficiente sistema di comunicazione interno, all’adesione a procedure formalizzate, linee guida e definizione delle best practice etc.. E’ questo il sistema in cui poter instillare gli anticorpi per l’anticorruzione, ossia dare una marcia propulsiva in più e nella medesima direzione già adottata. In questo uno standard ISO (ISO 37001 in particolare) permette di non correre il rischio “cortocircuito” e al contrario armonizzare il modello già sviluppato con quello anticorruzione in un unicum.
L’anticorruzione nella sanità passa quindi tanto dall’implementazione di modelli organizzativi “intelligenti” di prevenzione quanto dal coinvolgimento attivo dei portatori di interesse (operatori in primis ma anche pazienti, fornitori etc…) facilitati e incentivati dal sistema organizzativo stesso ad essere controllati e controllori
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A cura di Andrea Orsi
Direttore di Area per Contec AQS
Andrea è laureato in Economia e Commercio Internazionale a Trieste e ha seguito un master di secondo livello in Diritto informatico presso l’Università di Padova con tesi sulla Dematerializzazione del Documento Sanitario (referto medico digitale).
Abilitato come lead auditor per lo standard ISO 27001 (sicurezza del sistema informativo) presso BSI, ha operato per la conformità a norme di legge e a norme tecniche, quali gli standard ISO dei sistemi di gestione, con specializzazione nel settore sanitario.