Il nuovo numero del periodico statistico Dati Inail è dedicato alle ricadute su economia, mercato del lavoro e andamento infortunistico della pandemia da Covid-19.
L’istantanea scattata dall’Istituto riporta una flessione del 25% per gli infortuni sul lavoro denunciati dall’inizio dell’anno al 15 giugno 2019, rispetto al medesimo intervallo nel 2019.
È evidente come l’effetto lockdown abbia inciso sulla netta riduzione delle denunce di infortunio: l’assenza di un elevato numero di lavoratori sul posto di lavoro per lo stop a molte attività in settori importanti per la nostra economia ha di fatto eliminato il rischio di infortunio.
A livello economico la sospensione delle attività ha condizionato in maniera più pesante le micro e piccole aziende, che rappresentano il 70% del totale delle chiusure.
I dati diffusi da Istat riportano che nel primo trimestre dell’anno il Pil abbia registrato una contrazione del 4,7%: nella fase di lockdown il 45% delle aziende ha interrotto la propria attività e non ha potuto riprenderla prima del 4 maggio.
Per quanto riguarda le infezioni sul lavoro da Covid-19 al 15 giugno le denunce di contagio sono state 49mila e 236 i decessi, concentrati in prevalenza tra i mesi di marzo e aprile.
Tre denunce su quattro hanno riguardato operatori sanitari: la percentuale più alta riguarda gli infermieri e a seguire operatori sociosanitari, medici e ausiliari ospedalieri.
A livello territoriale, le province più colpite risultano essere quelle di Milano, per gli infortuni in complesso – 10,8% di tutte le denunce di contagio sul lavoro da Covid-19 – e di Bergamo, per i decessi – 12,7% del totale dei decessi.
La Lombardia – con Milano, Brescia, Bergamo, Cremona – registra quattro tra le prime cinque province per numero di infezioni di origine professionale.
Fonte: INAIL